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Inviato:
[center][color=#000000]Indiano goes to IBR[/color][/center]
[center][color=#000000]Domenica 21.12.14[/color][/center]

[center][img]http://www.automodel.net/forum/uploads/fa00c79a731d8a9a47e28eac85a5a308.jpg[/img]
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[color=#000000]Narrativa modellistica...

“[i][b]Un impianto permanente e ''Indoor'' che l'Europa ci invidia!”[/b][/i]

Ricordo bene quando a Sacile, qualche anno fa, si presentarono a me due persone per avere utili informazioni per perfezionare un azzardato progetto di una pista al coperto per modelli a scoppio... Ricordo anche che rimasi molto stupito, in quanto non avevo mai immaginato o sentito parlare di una cosa del genere; pensavo che tutto ciò sarebbe stato possibile in America... magari a Las Vegas, ma non dalle nostre parti, invece quelle due persone non erano venute ad incontrarmi per perdere tempo, bensì avevano ben dipinto nella mente l'embrione di quello che poi sarebbe divenuto IBR!
Nicola, insieme al suocero, ha cercato di capire bene come muovere in modo preciso e ha per prima cosa cercato di entrare nelle menti dei modellisti, per comprendere meglio cosa offrire.
Tutto ciò non si è rivelato solo intelligente spirito imprenditoriale, bensì anche genialità ed anche un pelo di incoscienza nell'affrontare il rischio.
Dopo qualche tempo IBR è partito e, nonostante non siano mancate delle critiche, fin da subito ha raccolto numerose adesioni e si sono cominciate a staccare le prime tessere di abbonamento.
Parlando del tracciato, come modellista anziano e soprattutto come ''pilota dalle capacità medie'', ho sempre avuto un po' di titubanza nell'affrontare la parte diametralmente opposta alla zona pilotaggio, che ho sempre faticato a vedere con nitidezza, pertanto, mi è sorta una specie di insicurrezza, quasi soggezione, nei riguardi della stupenda pista di Due Carrare, al punto di disertarla per anni...
Spesso ho sentito parlare di veri innamoramenti: gente che impazziva per IBR e, appena possibile, si recava a girare, girare... girare, consumando litri e litri di miscela; quando parlavo di Ibr con Nicola De Angelis (ora appassionato di scaler-rc), ricordo bene che gli si illuminavano gli occhi!
De Angelis era entusiasta del fatto di poter avere a portata di mano una pista così bella ed attrezzata, aperta durante la settimana e al coperto... che volere di più!
L'impianto, che nel corso degli anni ha più volte cambiato il suo volto, è stato disegnato da varie persone molto esperte, compresi alcuni americani... ma senza dubbio, il massimo dell'evoluzione lo si è avuto con l'ultima traccia, la cui regia è di Diego Fuser, che, a differenza dei suoi predecessori, ha avuto la maestria di offrire un prodotto alla portata di chiunque, sia dell'esperto, che del neofita, quindi non solo per ''pollicioni'' incalliti.


Da qualche giorno mi sentivo con l'amico Nicola ''Nicolone'' Cavallaro di Rovigo per venire qui oggi a correre, poi, ieri pomeriggio, la breve telefonata per stabilire l'ora dell'appuntamento intorno alle 10.
Più o meno intorno a quest'ora giungo sul posto e subito mi reco da Nicola, il gestore, che è già impegnatissimo a staccare tessere giornaliere. Qualcuno fa qualche acquisto tipo gomme o miscela, qualcun altro guarda in giro qua e là tra gli espositori zeppi di cose che, a noi modellisti, ci fanno letteralmente impazzire...
In coda per saldare la propria quota anche Denis Baù, buon pilota che di recente è tornato a correre dopo lunga pausa di riflessione.
Di lì a poco arriva Nicolone, così ci si sistema e ci si prepara per sfogarci in una intensa giornata a “tuttonitro”.
Nell'area box presto si riempiono tutti gli spazi delle file avanti e, tra gli avventori, pure parecchi stranieri... sicuramente ci sono dei francesi ma anche dei norvegesi, mi pare di aver capito, ma non ne sono certo...
Arriva il momento del test, così mi organizzo con Cavallaro per far partire la vecchia signora: una Mbx6r che utilizzo già da due anni!
La Mugen è una macchina molto versatile, pertanto, pur senza particolari accorgimenti di assetto, riesce destreggiarsi bene sulla pista dell'Ibr, soprattutto nei salti, ove non sente la fatica neppure sugli estenuanti dossi, di cui l'area è popolata.
Ma non andiamo troppo oltre nella descrizione...
Prima di affrontare con disinvoltura i salti, decido di testare bene il tracciato, per comprendere con precisione come gestire il radiocomando.
Non nego che i primi giri di assaggio mi mettono un po' in difficoltà, in particolar modo nell'affrontare il “Panettone” antistante la zona pilotaggio, dove, una volta mando il modello fino alle stelle, un'altra non arrivo neppure a superare la cima... insomma, diciamo che per 5 minuti buoni ho fatto esperimenti.
Ma la zona più difficoltosa è quella del lato sinistro, dove ci sono dei gruppi di salti in lungo da affrontare con un criterio ben preciso, onde evitare spiacevoli voli con le ruote all'aria; mi consolo perchè, oltre a me, ci sono anche tanti altri che sbagliano proprio in quel tratto.
Nicolone mi invita a fermarmi e a fare un sopralluogo a piedi di tutto il percorso; si tratta effettivamente di un'idea saggia, infatti, dopo aver guardato bene ogni punto e memorizzato i passaggi critici, quando risalgo a pilotare tutto mi viene in modo diverso e gli errori diminuiscono.
Riuscire a transitare svariate volte dinnanzi alla linea di partenza senza aver fatto il minimo sbaglio mi riempie di soddisfazione e soprattutto mi consente di iniziare a divertirmi sul serio.
Nonostante io abbia aumentato la mia confidenza con questo terreno, purtroppo giro ancora con tempi altissimi; in effetti non sto particolarmente attento a migliorare le traiettorie, piuttosto, tendo a dare strada ai più veloci per evitare sconvenienti collisioni, considerando anche il fatto che c'è traffico molto sostenuto in questa domenica e sono pochi ad andare dritti.
Tra quelli che corrono forte oggi c'e' anche Davide Ongaro, che, di tanto in tanto, mi piomba rombante a pochi passi dall'alettone giallo.
In taluni momenti si è così tanti a pilotare che ci si urta con i gomiti da ambo i lati... ed in pista girano contemporaneamente più di una ventina di buggy 1:8 ed anche il truggy di De Marco.
Tra un po' di giri miei e, giustamente, anche un po' di prove che fa il mio amico di Rovigo, il tempo corre via veloce; trascorrono le ore e il buchetto nello stomaco comincia ad ingrandirsi, così si decide di metter tutto in stand-by per andare a degustarci un buon piatto caldo presso la trattoria adiacente alla struttura.
Peccato che non facciano la pizza a mezzogiorno, perchè in questo posto è davvero squisita, ma gli spaghetti alla carbonara che mi vengono serviti perfettamente ''al dente'', non sono da meno!
Durante il pranzo la socializzazione con i tavoli limitrofi è quasi scontata e il bello dell'IBR è anche questo: vivere attimi di allegria e di disimpegno con le gradite conoscenze del mondo modellistico che va oltre i confini della propria regione, anche al di fuori della sala box o sul palco pilotaggio.
I miei vicini di tavolo fanno un discreto caos e, in particolar modo, c'è Mauro Ongaro che duetta con Andrea Di Cecco, mentre Tommy Tiberto e la sua fedele ''meccanica'' Madalina se la ridono di gusto... in un altro tavolo due adolescenti che, neppure a dirlo sono muniti di smartphone all'ultimo grido, guardando il tecnologico apparecchio, mangiano a grandi morsi un moderno ''paninazzo'' e intanto ridono delle varie battute che giungono dalla tavolata più chiassosa.

E' iniziato il pomeriggio e, dopo aver riempito il pancione, non vedo l'ora di farmi ancora qualche giretto con il mio ''mal-manutentato'' automodello.
Rispetto al mattino la situazione non è di molto cambiata, infatti è molto faticoso guadagnarsi uno striminzito posticino per governare il modello.
Lungo il tracciato ci sono dei punti dove accadono frequenti e diffusi errori, nonchè rovesciamenti: uno di questi si trova sul lato destro, in fondo, dove c'è una discesa di circa un metro e mezzo praticamente in ''caduta libera''... nulla di difficile, se si dà un lieve colpetto di gas per sollevare l'avantreno, eppure molti modelli devono ricevere l'intervento dei ''recuperatori'', finendo in accalcati grumi di più sventurati.
Più plausibile per gli errori è invece l'altro punto ''critico'', che invece si trova sul lato sinistro della pista e di cui ho citato all'inizio del racconto, dove la serie di salti veloci va affrontata con particolare precisione, in quanto, se si opera con controllo approssimativo, con certezza si finisce per ruzzolare scompostamente ed anche si corre il rischio di provocare danni fisici al macchinino, vista l'alta velocità necessaria per questo tratto.
Il pezzo forte dell'IBR rimane comunque il ''super-panettone'', anticipato dalla ''fossa'', che tutti riescono in qualche modo ad affrontare, ma dove altresì i ''saltatori'' si scatenano con spettacolari voli e armoniosi volteggi, divertendo chi assiste e, a loro volta, divertendosi con soddisfazione estrema.
L'effetto visivo giunge alla sua massima espressione con il ''grande ponte'',
collocato in una zona centrale, spostato sul lato sinistro, da cui i modelli si lanciano nel vuoto ad alta velocità e sotto, contemporaneamente, transitano altre 1:8; in questo punto è rarissimo assistere ad errori o incertezze.
Ancora per ''gustarsi l'occhio'', sempre sul lato sinistro, ma più avanti verso il fondo, una discesa a ''terrazze'' (5 gradini di ampia lunghezza) che si può percorrere tranquillamente sia con il gas in rilascio, o anche con poco acceleratore, per poter stringere bene la curva successiva che è a gomito.
Continuo a fare giri su giri e, man mano che provo, i miei tempi si abbassano lievemente: sto cominciando a memorizzare bene il circuito ed anche ad ottimizzare tracce ed andature.
Quando ci si diverte le ore corrono rapide! Guardo l'orologio e mi accorgo che sono quasi le cinque: la luce è cambiata, ora c'è solo quella dei riflettori, in più inizio ad avvertire anche una consistente stanchezza fisica, pertanto, decido di concludere la mia ''domenica all'Ibr” e di riporre le mie attrezzature.
Diversamente sceglie Cavallaro, che, insaziabile di modellismo, stabilisce di trattenersi fino all'orario di chiusura: le 22 !!!

“Indiano goes to Ibr” è stata la storia di un modellista qualsiasi, che, con un automodello qualsiasi ha voluto provare l'ebbrezza di girare su una pista davvero speciale, una pista dove campioni di spessore mondiale fanno tempi da record, una pista speciale dove ogni metro percorso, ogni zolla di terra rimossa dalle ruote che nervosamente raspano, regala infinita emozione... solo dopo aver vissuto questa storia si riesce a capire perchè c'è gente che si macina centinaia e centinaia di chilometri per correre in un posto tanto bello!
Ibr non è una qualsiasi pista... Ibr è ''La Pista''!
LINDIANO

Nota: Vorrei sottolineare che questa recensione non mi è stata richiesta, ma è una mia autentica e spontanea iniziativa derivata dalla grande emozione e dal grande divertimento percepiti e provati all' IBR; inoltre, ritengo che gli artefici di questo progetto, divenuto oggi una grande realtà, abbiano prodotto enorme stimolo ed incentivo per il modellismo triveneto in prima battuta, poi a livello italiano, ma senza dubbio anche per il modellismo di spessore internazionale... negli imminenti progetti c'è nell'aria una prova di mondiale!
Per tutto ciò ritengo che sia quanto meno doveroso ringraziarli... questo è il mio grazie per queste persone, Nicola con il suocero, che quel giorno di tanti anni fa vennero a chiedermi che cosa fossero le macchinine radiocomandate![/color]

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